La salvezza è negli alberi

In un’intervista comparsa sul quotidiano “il Manifesto” del 14 agosto ad opera di Virginia Tonfoni, Stefano Mancuso, professore associato presso l’Università di Firenze dal 2001 e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, ci fa riflettere sulla situazione climatica odierna e le possibili soluzioni.

Riassumiamo in questo articolo alcune delle sue dichiarazioni.

Oggi sulla nostra Terra gli animali rappresentano lo 0,3% della biomassa, contro l’85,5% del mondo vegetale. Ma l’essere umano è portato a dimenticarsene.

Questo atteggiamento, conosciuto anche come “plant blindness” è stato studiato; si tratta di una disfunzione cognitiva, il nostro cervello è bravissimo a cancellare tutto quello che non ritiene importante. Come esseri umani ci siamo evoluti in un ambiente completamente verde, ma per tutelare la nostra sopravvivenza ci siamo concentrati sulla presenza di altri animali o altri uomini.

Oggi invece dovremmo imparare ad osservare il mondo vegetale per comprendere come funziona la vita e prendere i giusti provvedimenti per difenderla.

Da uno studio sul costo della perdita della biodiversità è emerso che l’80% dei mammiferi presenti sul pianeta sono animali che mangiamo e l’85% degli uccelli sono pollame. Nel frattempo la Cina produce in un anno la stessa quantità di cemento che gli Stati Uniti hanno utilizzato nell’ultimo secolo e la produzione di cemento da sola incide del 25% sul tasso di anidride carbonica. Il problema del peso della vita è fondamentale; lo riduciamo in maniera drastica e produciamo materiale inorganico, senza renderci conto che noi stessi siamo parte della natura, che ha delle regole.

Una di queste è che la natura è una rete, nella quale ogni specie ha bisogno di molte altre per sopravvivere.

Le città oggi rappresentano meno del 2% delle terre emerse. Da questo 2% proviene l’80% di anidride carbonica, l’80% dei rifiuti e l’80% del consumo delle risorse del pianeta.

Il paradosso è che le città sono anche il luogo più efficiente per far vivere le persone insieme, infatti quando aumenta il tasso di urbanizzazione aumenta anche la ricchezza.

Quindi è impossibile immaginare un pianeta senza città, nel giro di 50 anni, sono divenuti i luoghi dove risiede l’80% della popolazione.

Il riscaldamento globale, è il problema più grande che l’umanità abbia avuto nel corso della sua storia. Per fine secolo la temperatura sarà 5°C più alta rispetto al periodo preindustriale, un fatto che non si può liquidare pensando che avremo climi più miti, o che smetterà di nevicare. Dobbiamo immaginare il pianeta come un essere vivente, che ha la propria temperatura.

Oggi lo 0,8% del pianeta non è abitabile per condizioni climatiche estreme; nel 2070 sarà il 18% e in questa zona vivono 2miliardi di persone, che si muoveranno per non morire.

Cosa si può fare?

Se dal 1990 al 2000 l’anidride carbonica aumentava di 0,5 parti per milione ogni anno, dal 2000 al 2010 di 1 ppm, dal 2010 al 2020 di 2 ppm, si tratta di una crescita esponenziale che dimostra come i nostri provvedimenti siano per ora stati inutili.

Per tirar via l’anidride carbonica dall’atmosfera dobbiamo usare l’unica macchina in grado di assorbirla: gli alberi. Ne servono 1000 miliardi e non è un numero iperbolico; a noi italiani ne spetterebbero due miliardi e se soltanto utilizzassimo le terre abbandonate dall’agricoltura potremmo piantarne addirittura 6 miliardi.

Questo ci permetterebbe di ridurre di 2/3 il surplus di anidride carbonica e benché sia la reale soluzione, nessuno ne parla perché mentre per la transizione elettrica delle automobili, per esempio, fa girare l’economia, il fatto di piantare alberi seppur molto economico, non muove denaro. Non c’è interesse politico perché piantare oggi un albero vuol dire aspettare venti anni per vedere i risultati. È una soluzione semplice, facile, elegante, che non richiede modifiche sostanziali del nostro sistema economico, che sarebbe iper positiva ma utopica, anche perché non abbiamo più tempo. L’unica cosa che possiamo fare e che riabiliterebbe l’intelligenza umana è piantare alberi.

    Leave Your Comment

    Your email address will not be published.*